domenica 31 luglio 2011

Lubuntu su vecchio Pentium III

Già ho avuto modo di installare Lubuntu su un Pentium III a 1Ghz e con 756 mega di RAM e apprezzarne le qualità per cui ho deciso di installarlo anche su un altro Pentium III, questo però con soli 550Mhz e 256 mega di RAM.
Devo dire subito che per l'installazione ho scaricato un "alternate" CD della versione 10.10 in quanto della 11.04 non lo ho trovato. Visto che Lubuntu non è ancora una distribuzione "ufficiale" di Canonical, a differenza di Kubuntu e Xubuntu, non è presente ne l'alternate CD ne la versione a 64 bit, benché sia possibile trovare qualcosa in rete.
Per l'alternate CD è un peccato in quanto essendo Lubuntu molto leggera come distribuzione è un pò assurdo che non ci sia l'installer testuale per i vecchi PC.
Fatto sta che con l'ISO trovata su linuxtracker sono riuscito a installare Lubuntu e al termine mi sono ritrovato con un desktop abbastanza usabile nonostante le limitazioni dell'hardware.
Su questo PC ho anche installato Debian e per l'ambiente grafico mi sono arrangiato alla buona configurandomi openbox ma onestamente l'aspetto estetico non è certo quello offerto da Lubuntu.
In passato i miei primi tentativi di avvicinarmi a LXDE, il desktop usato da Lubuntu, non mi avevano ispirato in maniera particolare, ma il lavoro fatto con Lubuntu è di un tale livello da avermi fatto cambiare idea.

giovedì 21 luglio 2011

Altro disastro sventato .... questa volta con Sheevaplug

A volte sono proprio un masochista .... oltre che uno sfigato.
Da qualche giorno i repository per ubuntu jaunty non sono più attivi e quindi oltre agli aggiornamente che è già da un pò che non arrivano più non potevo nemmeno scaricare pacchetti per il mio sheevaplug.
Fortunatamente google è sempre, o quasi, fonte di soluzioni è ho trovato che è comunque possibile attivare i repository per le "old releases" e quindi ho risolto il problema.
Potevo fermarmi qui, ma visto che sono scemo ho pensato bene di provare ad installare debian e come prima cosa ho deciso di aggiornare u-boot all'ultima release.
Non chiedetemi come ma invece che arrivare a trovare il binario presente sul sito ne ho scaricato un altro che in teoria doveva essere lo stesso ma che dopo la procedura di aggiornamento mi ha "fottuto" lo sheeva che non faceva più boot.
Panico.
Bene, allora prendo il CD che accompagnava il prodotto dove è presente l'installer per ricaricare ubuntu. Questo installer permette di "resuscitare" lo sheeva riscrivendo anche u-boot usando il cavo usb->jtag fornito con lo sheeva.
Poteva funzionare ..... certo che no.
Prima di tutto lo script in php non funziona in quanto probabilmente troppo vecchio rispetto alla versione di php che arriva con debian squeeze che ho sul PC da cui ho impostato il collegamento seriale allo sheeva.
Anche qui grazie a google trovo come sistemare lo script e lo lancio.
Adesso un tale programma di nome openocd si lamenta che non trova la libreria libftdi1, la installo e riprovo .... nulla dice ancora che manca.
Alle tante scopro che il binario usato dall'installatore è a 32 bit mentre io sono su debian a 64 bit .... che agonia.
Fortunatamente nei repo di debian questo programma c'è e lo installo, poi modifico lo script php in maniera che prenda il "mio" openocd e non quello fornito con l'installatore.
Ora chiavetta USB pronta, installatore pronto .... via.
Lo sheeva resuscita per quanto riguarda u-boot peccato che poi dopo aver caricato il kernel a video ho solo caratteri "sporchi" e non arriva a nessun login.
Come dice un mio amico ..... "me par de no farghela".
Provo a cambiare chiavetta, a riformattarla, a usare la schedina SD. 
Niente, non cambia niente.
Allora provo a installere debian usando dei file già pronti trovati non so più neanche io dove.
Parte .... arriva il login di ubuntu ( ????? ) ma non era debian che dovevo aver installato con quei file arrivati Dio solo sa da dove ?
Peccato che non va niente. Rete, usb un tubo i moduli sono di versioni differenti rispetto al kernel e quindi non si carica nulla.
A questo punto scarico :
http://sheeva.with-linux.com/sheeva/2.6.39/2.6.39.3/sheeva-2.6.39.3-uImage
e lo rinomino uImage e lo metto sulla chiavetta.
scarico :
http://sheeva.with-linux.com/sheeva/2.6.39/2.6.39.3/sheeva-2.6.39.3-Modules.tar.gz
e lo rinomino modules.tar.gz
rimetto sulla chiavetta il file initrd e rootfs.tar.gz originali dal CD di installazione e rilancio la procedura di installazione.
E questa volta EUREKA !!! 
Torna tutto a posto. Che agonia micidiale, ma ce la ho fatta anche questa volta.
Mi tengo ubuntu sullo sheeva fino al giorno del giudizio.
L'unica, grave, controindicazione è che dal nervoso che mi è venuto ho cacciato un cazzoto su di un portatile e, ovviamente, ho colpito sulla parte della scocca proprio sopra al disco fisso che si è rotto e quindi è da buttare ..... appena comprato, un IDE da 160 giga ..... ueh ueh ueh.


lunedì 11 luglio 2011

Virtualizzare SCO OpenServer 5.0.5

Virtualizzare SCO Unix è possibile sia con VirtualBox che con VMWARE ( Desktop e ESXi ) seppure con alcune peculiarità.
Prima di tutto devo dire che ho sempre usato un disco virtuale IDE per l'installazione anche se è possibile scaricare un floppy di boot con i driver per il controller Buslogic se si volesse usare un disco SCSI.
Con VirtualBox l'installazione avviene direttamente facendo il boot da CD e fino alla fine non presenta nessun tipo di problema. Fino alla fine appunto, in quanto il riavvio manda in crash la macchina virtuale e questo accade ogni volta che si esegue un riavvio. Al di la di questo non ho riscontrato nessun tipo di problema. Non mi sono avventurato nella configurazione dell'ambiente grafico di SCO per cui su questo fronte non posso dire nulla, per il resto funziona tutto.
Con VMWARE invece avviando da CD si ottiene subito questo messaggio di errore :

"Memory excessively fragmented" 

Qui cercare "SLS oss604a: BTLD Installation Supplement" e scaricare l'immagine del floppy da cui fare il boot, con questa immagine e avviando da floppy anzichè da CD si riesce a installare il sistema operativo. Durante la copia dei file a me è apparso, in due occasioni differenti, un errore per cui non veniva copiato il comando memsize.
Una cosa strana con l'installazione in ESXi è che ho dovuto necessariamente inserire il CD nel lettore della macchina host in quanto dal lettore  CD del client vSphere non mi permetteva di "agganciare" l'unità alla macchina virtuale.

Quindi, a parte qualche piccolo dettaglio, entrambi i sistemi di virtualizzazione permettono di installare SCO, cosa che può essere molto comoda nel caso si dovesse per forza continuare a usare questo sistema operativo che su hardware moderno non si installa.

Potenza della virtualizzazione.
E qemu ?
Boh